Ricordare la figura di Gianfranco Bettetini significa ripercorrere i decenni in cui il nostro Paese ha compiuto la propria transizione alla modernità, accompagnata dallo sviluppo delle professioni della comunicazione e degli studi sui media. Due ambiti i cui confini permeabili sono stati ripetutamente attraversati dalla storia personale e pubblica di Bettetini che, a partire da una formazione “tecnica” (una laurea in Ingegneria e una specializzazione in tecniche delle comunicazioni di massa), approda felicemente tanto alla regia televisiva presso la sede RAI di Milano (sua la firma di programmi come “Campanile sera” e “Processo a Gesù”) quanto alla critica letteraria, alla mediologia e in generale alla riflessione scientifica sulla comunicazione, concretizzatasi nella fondazione dell’Istituto di Scienze della comunicazione e dello spettacolo presso l’Università Cattolica di Milano. Il sodalizio scientifico e umano con Umberto Eco, e la sensibilità verso i temi della mediazione e del linguaggio, sono alla base del suo lavoro di divulgazione della semiologia presso il grande pubblico.
Nel rievocarne la memoria, riproponiamo un'intervista pubblicata sulla Rivista di Dottorato Comunicazionepuntodoc.
In memoria di Gianfranco Bettetini
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