È il 2011 quando Carlo Donolo scrive “Italia sperduta”, un saggio che approfondisce il clima e gli effetti di una crisi che già da alcuni anni stringeva il Paese nella morsa del declino trasmettendoci, fin dal titolo, l’immagine di un Paese smarrito e in cerca di approdi. La cifra distintiva di quelle pagine non risiede nell’indagine sulla dimensione economica di una congiuntura sfavorevole. Piuttosto, l’autore riesce a cogliere con spirito critico, acutezza politica e, vorremmo dire, partecipazione emotiva, le ricadute della crisi sulla cultura, la politica e la società italiana nel suo complesso. Un declino morale, politico, e intellettuale cui la politica e le istituzioni sembrano, ancora oggi, non saper rispondere con adeguate strategie di contrasto.
I suoi scritti hanno denunciato senza sconti debolezze, ritardi e inadeguatezze di una classe dirigente che non ha saputo opporsi alla progressiva dissipazione del patrimonio materiale italiano (in primis l’ambiente e il territorio) e insieme dello sterminato capitale immateriale del Paese (culturale, artistico, intellettuale, incluso il patrimonio rappresentato dalle regole e dai valori che sono alla base della convivenza). Ma, al contempo, non hanno mancato di valorizzare le forze positive che ancora la nostra società sa produrre. Unamappa vitale di soggetti, imprese innovative, luoghi della cultura, della conoscenza e della formazione: ambiti in cui quella cittadinanza attiva, spesso solo formalmente evocata nel discorso politico, sa rivelarsi capace di contrastare il fenomeno preoccupante della public ignorance e il disinteresse per la cosa pubblica.
Proprio nel tempo in cui molti, di fronte alla difficoltà di governare una realtà sempre più complessa, hanno ceduto in maniera più o meno manifesta alla seduzione della demagogia, Donolo ci ha dunque regalato un esempio militante di contrasto al populismo che, sommato al rigore scientifico del suo sguardo sul mondo, ci restituisce l’immagine di un ricercatore sociale capace di individuare i problemi senza trascurare l’importanza della proposta di vie d’uscita. In quanto membri della comunità scientifica, abbiamo la certezza di aver perso un prezioso punto di riferimento. Ma è forse in quanto cittadini che, pur consapevoli della lezione che ci ha lasciato, e pur impegnandoci a testimoniarla e mantenerla viva, ci sentiamo oggi un po’ più sperduti.
L’Unità di Ricerca ScuolaXComunicazione