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Perché non ci indigniamo?

 

L'indignazione di cui si parla nel libro di Paolo Mancini è quella che dovrebbe sorgere quando la società esprime un giudizio di condanna invitando, implicitamente, i suoi membri a un sentimento di riprovazione unanime nei confronti di chi ha commesso il reato. In questo caso, l'indignazione non è, o non dovrebbe essere, solo giudizio morale, ma condivisione di una condanna emessa dagli organi della società a ciò proposti. In breve, si tratterebbe della ratificazione di uno stato di indignazione di fronte a un reato riconosicuto come tale. E,invece, questa ratificazione non arriva. Perchè? 

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