Il ciclo di appuntamenti del Caffè Letterario Sapienza arriva al suo quarto appuntamento proponendo al suo pubblico un momento di riflessione sulla divulgazione scientifica e sul ruolo di “motore culturale” dell’Ateneo romano. In questa prospettiva si spiega la scelta dell’evento da cui la discussione ha preso spunto: la mostra “Dinosauri alla Sapienza” rappresenta infatti un esempio virtuoso del progetto di politica culturale avviato in questi mesi dall’Università, tanto per il successo di visitatori ottenuto quanto per l’indubbia attenzione mediatica che ha saputo conquistarsi.
Merito, riferisce il paleontologo e curatore Umberto Nicosia, indubbiamente del tema, che è stato selezionato con cura tenendo conto della curiosità e dell’attrazione che i dinosauri esercitano da sempre sul pubblico. Il segreto di questa capacità attrattiva risiede nel fatto che essi richiamano alla memoria, dalle profondità dell’immaginario, l’idea del mostro, paurosa e insieme affascinante, e consentono a chi li osserva di fare una esperienza del “male” innocua (a differenza di quanto accade con i molti altri mali che la cronaca quotidianamente ci ricorda).
Più in generale, l’evento, introdotto dal Prorettore ai rapporti culturali con il territorio Gabriele Scarascia Mugnozza e moderato dal Prorettore alle comunicazioni istituzionali Mario Morcellini, ha offerto la possibilità di riflettere sul ruolo dei saperi esperti e sui modi in cui essi possono confrontarsi con le esigenze di fruitori non specialisti, promuovendo la possibilità di portare una offerta culturale di qualità a un pubblico “generalista” e in definitiva alla intera cittadinanza, come hanno ricordato i discussant.
Il dibattito ha riservato particolare attenzione al successo riscosso dalla mostra presso i giovanissimi alunni delle scuole elementari. A questo proposito Titti Mazzacane, maestra elementare all’Istituto Fratelli Bandiera, ha sapientemente ricordato l’entusiasmo e la possibilità di apprendere fornita ai bambini da eventi simili, capaci di coinvolgerli attivamente non soltanto per il tempo di una visita, ma in un più lungo percorso di riflessione, conoscenza e condivisione dell’esperienza tra pari.
Tutti spunti utili a costruire insieme un metodo e un modello per la progettazione di futuri appuntamenti ed eventi che l’Ateneo intende mettere a disposizione della città, aprendosi al territorio, accogliendone gli stimoli e rielaborandoli entro una cornice culturale di indiscussa qualità.